Biografia Sergio Marchionne
la storia, lo stile ed i successi di un illustre abruzzese
Sergio Marchionne è nato a Chieti il 17 giugno 1952, classico esempio dell'abruzzese forte e gentile.
Sergio Marchionne mentre parla alla Chrysler
Sergio Marchionne lascia l'Abruzzo all'età di 14 anni direzione Canada. Il padre Concezio, carabiniere fresco di pensionamento, decise di andare oltreoceano sia per dare maggiori opportunità al figlio sia per aiutare un parente che aveva aperto un'attività commerciale.
Padre Concezio nasceva a Cugnoli, un paesetto in provincia di Pescara, insieme ad altri 10 fratelli che oggi danno vita ad un'ampia famiglia fatta di zii e cugini a cui Sergio Marchionne è molto legato e sovente li torna a trovare.
Il legame con l'Abruzzo è doppio in quanto Orlandina, la moglie di Marchionne (dalla quale oggi è separato), è un'italoamericana originaria di Scafa (paese in provincia di Pescara). Dalla loro unione sono nati i due figli Alessio e Tyler.
In Canada Marchionne avvia una brillante carriera scolastica con i seguenti risultati:
- una laurea in Legge presso la Osgoode Hall Law School, York University di Toronto
- una laurea in Discipline Commerciali (Bachelor of Commerce) all'University of Windsor (Canada)
- una laurea in Lettere (Bachelor of Arts) presso l'Università di Toronto.
- un MBA (Master of Business Administration) presso la stessa Università
Professionalmente la sua carriera inizia in Canada per poi spostarsi in Swizzera ed in ultimo in Italia.
Nei dettagli:
- 1983 - 1985 lavora presso la Deloitte Touche come dottore commercialista
- 1985 - 1988 lavora presso la Lawson Mardon Group di Toronto in qualità di Controller del Gruppo e direttore dello sviluppo aziendale
- 1989 - 1990 lavora presso la Glenex Industries con la carica di Executive Vice President
- 1990 - 1992 lavora presso alla Acklands Ltd come CFO (Chief Financial Officer)
- 1992 - 1994 lavora presso Lawson Mardon Group (gruppo Algroup) come CFO e con responsabilità sullo sviluppo legale
- 1994 - 2000 con l'acquisizione da parte di Algroup (Alusuisse-Lonza, gruppo metalchimico svizzero) di Lawson Mardon Group, Marchionne si trasferisce a Zurigo dove in poco tempo diventa il CEO vale a dire l'amministratore delegato di Algroup.
- 2000- 2002 diventa prima Amministratore delegato e poi Presidente della Lonza Group Ltd (società nata dalla separazione da Algroup).
- 2002- 2003 diventa prima amministratore delegato del Gruppo SGS di Ginevra, grande gruppo leader mondiale di certificazione aziendale e controllo della movimentazione merci con oltre 50.000 dipendenti, che Marchionne riesce a risanare in soli due anni guadagnando subito la stima e gli onori da parte degli ambienti economici e finanziari internazionali (nel 2006 ne diventa anche presidente). I risultati di Marchionne non passano inosservati e Umberto Agnelli lo fa entrare nel consiglio di amministrazione della FIAT.
- Giugno 2004 rientra alla grande in Italia come Amministratore Delegato del Gruppo Fiat e di Fiat Auto subito dopo.
- Giugno 2009 da giugno 2009 è Amministratore Delegato di Chrysler Group.
- Ottobre 2014 dal 13 ottobre 2014 è presidente della Ferrari.
La cronaca narra che Marchionne in Abruzzo, nel periodo pasquale del 2004, a pranzo con i suoi parenti in un ristorante del posto, dica la seguente battuta: “Ho visto fuori delle Mercedes. La prossima volta che torno voglio vedere delle Fiat, altrimenti vi tolgo il saluto”. Un segnale evidente di quello che sarebbe accaduto nei mesi successivi prima che venisse ufficializzato il suo passaggio in FIAT!
Altre importanti cariche gli vengono assegnate, come la presidenza del Gruppo Fiat dedicato al settore macchine agricole e costruzioni; dal 2005 è presidente della Banca Unione di Credito; dal 2006 è anche presidente dell'ACEA (European Automobile Manufacturers Association).
Marchionne ha lasciato un segno tangibile in tutte le realtà in cui ha lavorato provvedendo a rilanciarle e risanarle, ma la sfida più importante che ha vinto è stata quella del riassetto della Fiat.
Marchionne è un uomo che si è fatto da se, che non proviene da nessun sistema di potere.
Marchionne entra in Fiat nel post Agnelli e trova un'azienda in piena crisi ed in odore di commissariamento da parte dello Stato ed in soli 3 anni la risana e la porta addirittura a raggiungere il più alto livello di utile nella storia dell'azienda.
Le mosse del successo di Marchionne in Fiat
Nell'operazione di risanamento e rilancio del gruppo torinese Marchionne ha messo in campo la classica caparbietà della sua terra d'origine abbinata ad inventiva ed uno stile nuovo ed innovativo.
Vediamo le mosse vincenti:
- Per prima cosa Marchionne comprende che bisogna concentrarsi sulla core competence dell'azienda, vale a dire il mercato dell'auto, quindi spezza il gruppo, da una parte Fiat Auto dall'altra tutto il resto.
- La trattativa con General Motors durata un anno è un passo importante in quanto Marchionne porta a casa ben 2 miliardi di dollari dalla società americana per l'estinzione del diritto di acquisto dei titoli Fiat. Le doti di Marchionne nella trattativa e come negoziatore scendono in campo, una combinazione di preparazione tecnica specifica (lui era un commercialista e avvocato) e conoscenza della teoria dei giochi (da giovane Marchionne passava le serate a giocare a scopa, briscola e poker nell'associazione carabinieri, ed era molto bravo). Infatti nella trattiva Marchione gioca dichiarando la validità e la volontà di esercitare l' opzione PUT in mano alla FIAT, conscio che la General Motors non fosse in grado di rilevare il ramo auto.
- La Fiat era fortemente indebitata con le banche e per alleggerire la posizione Marchionne si inventa la conversione dei debiti in azioni andando a vendere agli istituti finanziari il rilancio del gruppo Fiat.
- Una volta risanate le casse bisognava lavorare per mantenerle solide, ed ecco il piano commerciale/produttivo che vede il lancio di tante nuove auto ed un processo di ideazione, progettazione e produzione nettamente più veloce ed efficiente. Nascono la nuova Cinquecento, la Grande Punto, le nuove linee della Lancia ed Alfa Romeo.
- Marchionne comprende che per competere in un mercato in crisi e fortemente competitivo ci vogliono i volumi in grado di generare le giuste economie di scala, per Sergio il volume target sono sei milioni di auto. Per raggiungere tali obiettivi l'unica via è guardare all'estero ed acquisire nuove aziende e mercati; Marchionne non si lascia sfuggire la grande opportunità di acquisire la Chrysler con risultati eccezionali in poco tempo (leggi in basso operazione Chrysler). Nell'opera di espansione si interpone solo il governo tedesco impedendo anche l'acquisizione della casa automobilistica Opel.
- Organizzazione, la FIAT era come un ministero ingessata e farragginosa. Marchionne modificò le catene di comando, dimezzo i livelli gerarchici portandoli da nove a cinque, in sostanza tra il CEO ed un operaio c'erano solo tre livelli intermedi. Introdusse il tu invece del lei, la cultura della flessibilità, poche regole e poca burocrazia, fantasia e proattività svincolata dalla gerarchia.
Marchionne disse: "Ho promosso ragazzi che erano qui da tempo, ma che venivano soffocati dai loro capi e non credo assolutamente alla regola che più sono giovani più sono bravi. Anzi. Sono per il riconoscimento delle capacità delle persone, che abbiano trenta o sessant'anni."
La consacrazione dello spessore di Sergio Marchionne si ha con la conquista della copertina del TIME e le lusinghiere parole di stima che gli vengono manifestate, come: il salvatore dell'industria dell'auto, lo Steve Jobs dell'auto.
Lo stipendio di Marchione arrivò a circa 38 milioni di euro all’anno (includendo opzioni e titoli).
L'operazione Chrysler e l'espansione del gruppo
Nel 2009 la Chrysler di Detroit è la società automobilistica americana messa peggio, perdeva un miliardo di dollari al mese e prossima al fallimento. Marchionne annusa però un'importante opportunità che nasceva dalla volontà del govermo americano, con Obama in testa, di salvare a tutti i costi la Chrysler.
Nella trattativa Marchionne si prende la compagnia senza sborsare un euro ed ottenendo l'impegno ad avere prestiti dallo stato americano, in cambio offre la sua tecnologia, in particolare i motori per le auto di bassa cilindrata.
La portata dell'accordo è tale che viene annunciato direttamente da Barack Obama. La Fiat quindi acquisisce gratis il 35% della Chrysler colosso di Detroit, con opzioni per incrementare la quota con un minimo impegno finanziario. Oggi la Fiat detiene il 53.5% di Chrysler e la quota potrà salire a breve fino al 58%.
Sergio Marchionne insieme ad Obama
Nel 2010 il presidente degli Stati Uniti Barack Obama incontra Sergio Marchionne negli stabilimenti della Chrysler di Detroit dove lo elogia e ringrazia per l'ottimo lavoro svolto per rilanciare la casa automobilistica.
I risultati in due anni sono stupefacenti la Chrysler è passata dalla bancarotta ad un utile operativo di 5 miliardi di dollari.
Le vendite scizzano in alto in un solo anno aumentano del 45% (dato impressionante nel mondo dell'auto)
Per risanare l'azienda Marchionne ha utilizzato il suo stile di lavoro già applicato in FIAT.
In particolare va citato il grosso lavoro effettuato sui lavoratori, sui valori dell'azienda e sull'orgoglio dell'ambiente.
Lo spot con Eminem per il rilancio della Chrysler
Marchionne ha lanciato la campagna "Imported from Detroit", spinta con spot durante il superbowl (vedi video), magliette e gadget di ogni tipo che ha riaccesso la voglia di crederci e di cambiare per invertire la rotta dell'azienda.
Per la prima volta Clint Eastwood è protagonista di uno spot e per l'occasione lo fece gratuitamente!
Lo spot da brividi di Clint Eastwood che andò live durante l'intervallo del Superbowl
Marchionne capo della Ferrari
Il 13 ottobre 2014 Sergio Marchionne assume la presidenza della Ferrari per rilanciare il reparto corse a secco di vittorie da 6 anni. In pratica Montezemolo viene lasciato a casa (con una liquidazione di 27 milioni di euro), con lui si chiude un ciclo di 23 anni.
Conferenza di Marchionne sul futuro della Ferrari
Il nuovo presidente dichiara che l'obiettivo primario è dare credibilità alla Ferrari in pista. Vincere in pista non è negoziabile per Marchionne.
La morte e la malattia di Marchionne
Sabato 21 luglio 2018 il gruppo FIAT diffonde un comunicato stampa in cui si dichiara che Marchionne abbandona le cariche di amministratore delegato del gruppoe (FCA) e la presidenza di Ferrari per il suo stato di salute.
I problemi di salute sembrerebbero essere quelli derivanti da complicazioni dovute ad un intervento alla spalla, purtroppo dal tono del comunicato si intuisce che la situazione è molto grave!!!
Le notizie che trapelano successivamente parlano di tumore ai polmoni (probabilmente a causa delle tante sigarette che fumava) e di coma irreversibile.
Accanto al manager i figli e la compagnia Manuela Battezzato.
Di seguito la lettera di Elkam ai dipendenti FIAT che non lascia dubbi sul futuro della guida del gruppo.
Con l'abbandono di Marchionne finisce l'era del manager italiano più bravo e noto al mondo (come al solito più apprezzato all'estero che in Italia), un uomo che non solo ha rimesso in piedi la FIAT ma che è andato anche alla conquista degli USA.
Mercoledì 25 luglio 2018 venne ufficialmente comunicata la morte di Marchionne ed entrò di fatto nella leggenda del mondo del business.
La crescita del valore del gruppo FIAT con Marchionne
Lo stile Marchionne, oltre il pullover blu!
Durante la trattativa con General Motors si inizia a parlare di Marchionne, un personaggio riservato, che appare subito diverso dagli altri, poco formale, poco appariscente, ma con tanta sostanza; davanti alle televisioni vanno gli altri mentre lui schivo lavora sul campo.
Lo stile di Marchionne è chiaro, lui entra nel merito su tutto, dal disegno di un pianale ai costi di un nuovo software e riorganizza lo staff eliminando gli enne strati di manager costruendo un team snello a suo diretto riporto.
L'obbiettivo è agire rapidamente.
Il team è composto da giovani manager, ragazzi selezionati all'interno dell'azienda e che abbiano la voglia di assumersi maggiori responsabilità, voglia di fare e guidare il cambiamento.
Questa modalità di lavoro comporta che Marchionne arrivi ad avere oltre 20 riporti diretti.
Il modello può essere considerato l'opposto di quello praticato da molte grandi aziende, dove i top manager non intervengono sui livelli più operativi e dove i riporti sono ridotti al minimo.
Una completa rottura degli schemi!
Un modo di agire lontano anni luce dai modelli delle grandi aziende italiane ma più vicino all'approccio lean delle start-up e aziende digitali.
Marchionne è consapevole del suo stile di management "non ortodosso", dall'altro lo stesso dice anche che:"Se un tipico amministratore delegato italiano fosse stato sulla mia poltrona, l'azienda non sarebbe dov'è ora".
In un'intervista con Repubblica alla domanda di quale sia il metodo Marchionne non ha dubbi e dice: flessibilità, un metodo che si ispira a una flessibilità bestiale con una sola caratteristica destinata alla concorrenza: essere disegnato per rispondere alle esigenze del mercato. Se viene meno a questa regola è un metodo che non vale un tubo. Ai miei collaboratori, al gruppo di ragazzi che sta rilanciando la Fiat, raccomando sempre di non seguire linee prevedibili, perchè al traguardo della prevedibilità arriveranno prevedibilmente anche i concorrenti. E magari arriveranno prima di noi. Non possiamo mai dire: le cose vanno bene. Semmai: le cose non vanno male. Dobbiamo essere paranoici.".
Marchionne alla Bocconi un video da vedere assolutamente in cui parla di leadership e di innovazione a modo suo senza formalismi ma dritto al punto
Oltre al principio della flessibilità e rapidità ci sono i cinque pilastri del Marchionne pensiero:
- Meritocrazia Il diritto a guidare l'azienda è un privilegio che va concesso soltanto a coloro che producono risultati concreti e mostrano il giusto grado di leadership.
- Scelta delle persone La scelta delle persone è una fase fondamentale ed avviene considerando le qualità di leadership e orientamento al cambiamento. Tipicamente prende un gruppo di ragazzi preparati e con voglia di fare che lui guida direttamente.
- Competizione Marchionne sostiene che bisogna fare proprio il concetto di competizione e non accontentarsi di essere mediocri ma di puntare all'eccellenza.
- Performance best in class Bisogna raggiungere i risultati in linea con i migliori concorrenti.
- Mantenere le promesse La credibilità dell'azienda dipende da quanto è in grado di raggiungere gli obiettivi dichiarati.
Sergio Marchionne in una premiazione a New York, fedele al suo look very normal
Per accogliere i nuovi assunti in FCA con i suoi principi il manager inviava la seguente lettera:
Cara Collega,
Esiste un mondo in cui le persone non lasciano che le cose accadano. Le fanno accadere. Non dimenticano i propri sogni nel cassetto, li tengono stretti in pugno. Si gettano nella mischia, assaporano il rischio, lasciano la propria impronta. È un mondo in cui ogni nuovo giorno e ogni nuova sfida regalano l'opportunità di creare un futuro migliore. Chi abita in quel luogo, non vive mai lo stesso giorno due volte, perchè sa che è sempre possibile migliorare qualcosa.
Le persone, là, sentono di appartenere a quel mondo eccezionale almeno quanto esso appartiene loro. Lo portano in vita con il loro lavoro, lo modellano con il loro talento. V'imprimono, in modo indelebile, i propri valori. Forse non sarò un mondo perfetto e di sicuro non è facile.
Nessuno sta seduto in disparte e il ritmo può essere frenetico, perchè questa gente è appassionata, intensamente appassionata, a quello che fa. Chi sceglie di abitare là è perchè crede che assumersi delle responsabilità dia un significato più profondo al proprio lavoro e alla propria vita.
Benvenuta in quel mondo, Benvenuta in Fiat Chrysler Automobiles
Originale della lettera
Il pensiero sull'Italia
All'Ambrosetti Forum del 2014 (forum destinato a ministri, Nobel, capi di stato, importanti CEO, ministri ed economisti) Marchionne in una presentazione dal nome "Competitività e crescita" ha esposto il suo pensiero sul sistema Italia.
Marchionne mentre parla al Forum Ambrosetti
Marchionne disse: "Noi italiani siamo da sempre il paese dei Gattopardi: a parole vogliamo che tutto cambi, ma solo perchè tutto rimanga com'è."
La ricetta suggerita per risollevare il paese è basata su tre ingredienti:
- revisione del mercato del lavoro
- certezza del diritto
- riduzione della burocrazia
Il video integrale della presentazione di Marchionne.
Il maglione blu
Il mito di Marchionne è sostenuto anche dal suo look minimale fatto di pullover blu, un inno alla sostanza contro l'apparenza.
La praticità alla base di questa scelta al punto che in ogni casa negli Stati Uniti, a Torino ed in Svizzera aveva 30 maglioni e paia di jeans uguali. Marchionne li ordinava online e li sostituiva a lotti di 10.
Marchionne e la cravatta
Marchionne ha confermato la sua intelligenza ed ironia a giugno 2018, durante la relazione di apertura del Capital Market Day: mentre citava Oscar Wilde ("Una cravatta ben annodata è il primo passo serio nella vita") ha aperto il pullover ed ha mostrato una cravatta blu scuro (il video saltate al minuto 1 e 12 sec).
Il legame con l'Abruzzo ed i suoi valori
Marchionne era molto legato alla sua terra d'Abruzzo dove è nato e cresciuto e spesso tornava a trovare i parenti ma anche a visitare concessionarie o aziende locali (come il Pastificio De Cecco).
La visita alla De Cecco a Fara San Martino in provincia di Chieti
In un'intervista ad un giornale locale nell'ottobre del 2013 il manager affermava che: "I valori della mia regione mi guidano da sempre".
Continua Marchionne nell'intervista:
"I valori della Fiat di oggi sono valori che l'Abruzzo, la mia gente, voi tutti conoscete bene. È qui, in questa terra, che li ho imparati da ragazzo, e sono diventati per me una guida e un riferimento, in tutti i momenti importanti della mia vita. Sono nato all'ospedale di Chieti. A Chieti ho frequentato le scuole elementari e le medie. Li ho vissuto fino a 14 anni, in un periodo della vita in cui si forma il carattere. Un periodo in cui ho imparato a superare le piccole e grandi paure dell'infanzia e dei primi anni da adolescente.
Poi la mia famiglia ha deciso di andare in Canada. Non è mai facile allontanarsi dalla propria casa, dalla propria gente, dalle proprie radici. Lo sanno bene anche tutti quegli abruzzesi che nel Dopoguerra hanno lasciato la loro terra in cerca di lavoro e di nuove opportunità. Ne ho conosciuti tanti in giro per il mondo, in questi anni...... Non ho mai visto un abruzzese arrendersi. Non l'ho mai visto aspettare che arrivasse un salvatore da chissà dove a regalargli un domani migliore. Gli abruzzesi cadono e si rialzano da soli, non perdono tempo a lamentarsi, ma fanno, producono, ricostruiscono. Credo che questo sia l'atteggiamento di cui ha bisogno l'Italia oggi.
Inoltre alla domanda su quale fosse la sua cucina preferita, la risposta era ovvia: la cucina abruzzese!
RIP grande Sergio.